Quantcast
Channel: i400Calci » arnold vosloo
Viewing all articles
Browse latest Browse all 6

Ricercati Ufficialmente Morti: Senza tregua (1993)

$
0
0

In cui, dopo la frustrante esperienza di Pound of Flesh, Nanni e Wim non ne possono più e recuperano uno di quei ClassiCi di Van Damme con entrambe le C maiuscole.

hard-target

1993 (Wim)
A sedici anni non sono più un fan terminale del karate ma non è che mi sia passata da molto. Passo il tempo a riguardarmi i film di Van Damme che io e i miei amici abbiamo registrato in VHS, non proprio le mosse ma le pose e le espressioni del viso sì. Non sono ancora diventato un fanatico de IL CINEMA, maiuscolo, ma manca poco ai primi film con un po’ di puzza sotto al naso. Van Damme piace molto anche a Stefano Qualcosa, compagno di liceo, ed è lui a dirmi che sta per uscire il suo miglior film di ogni tempo. L’ha letto in giro da qualche parte, dice che hanno deciso di fare il film d’azione più costoso della storia col miglior regista al mondo e sarà proprio Van Damme il protagonista. Il film uscirà davvero e si chiamerà Senza tregua, lo vedo al cinema. Non mi sembra il miglior film d’azione di sempre né il più costoso e per essere sincero non mi sembra nemmeno il miglior film con Van Damme: pochi calci, poco karate, una roba di motociclette e macchine e fucili. Però è bello, sì, mi passa, diciamo.

1993 (Nanni)
No, non sono io l’amico di Wim, a partire dal fatto che non mi chiamo Stefano Qualcosa bensì Nanni Cobretti, ma il progetto Senza tregua è una delle tappe fondamentali nella mia vita di cinefilo. Le riviste (sbagliate) che leggevo all’epoca non se lo inculavano, ma – non ricordo come – metto le mani su qualche pubblicazione francese e là Van Damme era come dire Tom Cruise. C’è un lungo speciale su Senza tregua che mi spiega per filo e per segno chi è John Woo montandomi una fotta pazzesca (“più costoso” no, ci arrivo anch’io, ma il resto l’avrei sottoscritto).
Vado al cine ed esplodo: è la mia idea di action sullo schermo. Van Damme e John Woo insieme sono come il pomodoro e la mozzarella. Il più elegante degli atleti marziali (occidentali) con il più elegante dei direttori d’orchestra. Uno che dirige sparatorie come se fossero balletti, e uno che prima di fare karate faceva danza classica.
Torno a casa, ordino VHS di importazione come se non ci fosse un domani, mi metto in pari con Hong Kong e mi sento come se fossi entrato nell’armadio per la Narnia della violenza.

1993 (il film) (da un’idea di Stefano Accorsi)
John Woo ha già un seguito americano di culto che segue il successo d’importazione di The Killer. Accetta un’offerta di Universal per girare qualcosa in America dopo Hard Boiled, ma gli studio sono piuttosto restii a dargli un film intero e gli appioppano Sam Raimi come supervisore. Il quale invece ha fede cieca in John Woo: finiscono per orientarsi su tale Hard Target, una sceneggiatura a cui era interessato Andrew Davis, vagamente ispirata a The Most Dangerous Game (un racconto più volte portato al cinema sia prima che dopo, e che viene citato anche in Zodiac, tra le altre cose). Cacciatori di esseri umani. John Woo lavora bene ma non riesce ad imporre il suo montaggio, il film gli viene tolto dalle mani e rimontato in una versione più ingentilita che piaccia al pubblico statunitense. Il film esce nell’estate del ’93 e guadagna benissimo.

Senza sforzo

Senza sforzo

1998 (Wim)
Ventun anni, giro completo. Ho visto un sacco di film, ho letto libri sul cinema, biografie di registi, analisi critiche, riviste con la puzza sotto al naso: tutto il pacchetto. A John Woo sono arrivato in ritardo. Ho visto Broken Arrow un annetto prima, preparato alla visione dalle stroncature. Pian piano la mia videoteca di fiducia tira fuori i film famosi di Hong Kong, The Killer e A Better Tomorrow e Hard Boiled eccetera. Leggo che Senza tregua è suo. Lo noleggio e lo riguardo. Riconosco lo stile del regista: rallentatore come se piovesse, capriole, balletti eccetera (ho letto circa 1500 articoli che parlano di questa cosa del montaggio stile balletto). Van Damme non mi piace più: ho smesso di guardare i suoi film al cinema dopo quell’aborto di Street Fighter e mi sono perso anche Timecop che vedo dopo perché qualcuno mi dice essere il miglior film di Van Damme (spoiler: no). Capisco che è stato messo lì forzatamente, il nome grosso imposto dalla produzione per far cassetta, una zazzera improbabile e troppi muscoli. Mi innamoro di brutto della protagonista femminile, che avevo notato anche la volta scorsa ma non mi aveva preso l’anima come, non so, Cory Everson coi pantaloni di vinile in Double Impact. Lei si chiama Yancy Butler e ha il viso da barboncino un po’ stile Sharon Stone -ma meglio- e queste sopracciglia nerissime che sono un po’ il marchio di fabbrica. C’è anche Lance Henriksen. Il film mi piace molto: sono in un periodo in cui l’azione girata bene ha un senso di per sé, e questo mi basta. Poi rimetto John Woo, Senza tregua e Van Damme in un cassetto e non ci penso più. Ci sono tanti film da guardare.

1998 (Nanni)
Sono ancora qui che guardo Senza tregua due o tre volte all’anno. Ce l’ho in laser disc. In LASER DISC.

E' importante vedere certe scene in alta definizione

E’ importante vedere certe scene in alta definizione

2015 (Wim e il film)
Dopo Broken Arrow, progetto di cui lui stesso dice ogni male, John Woo realizza Face/Off: il suo capolavoro americano, e il miglior film realizzato a Hollywood da un regista del giro Hong Kong. Di lì a poco cade miseramente: con buona pace di Woo-Ping, Matrix, l’importazione dei vari Chow Yun-Fat/Jackie Chan/Jet Ji e di tutto il troncone action americano copiato a man bassa dal suo cinema, si trova infilato in commissioni milionarie ma senza botta tipo il secondo Mission:Impossible, Windtalkers e lo stroncatissimo Paycheck (che comunque è un mio culto minore, un film che potrei tranquillamente riguardare ogni settimana), prima di tornare a fare del wuxia peso a Hong Kong. Yancy Butler sparisce dalla mia attenzione dopo essersi beccata un cartone nei denti da Wesley Snipes in Omicidio nel vuoto. Ne ho notizia dopo qualche tempo: salta fuori che è in produzione una serie TV tratta da Witchblade (un’agghiacciante serie Image del giro Marc Silvestri, di cui ero fan negli anni novanta per via di un disegnatore ultraplastico che si chiama Michael Turner e di cui riguardare le tavole mi fa venire la nausea) con lei nel ruolo della protagonista; ne recupero un episodio a un certo punto, ma a parte Yancy Butler non c’è molto da vedere. Lance Henriksen lo rivedi ogni tanto in qualche parte di due minuti tra cinema e TV, quasi sempre roba non-impegnativa.
Jean-Claude Van Damme è diventato Jean-Claude Van Damme. L’ho riscoperto intorno al 2001 e non l’ho più mollato. Tra i più grandi attori action di ogni tempo, tra i più bravi, tra i più onesti; fondamentale il suo ruolo di ponte, nel trasportare moltissimo action orientale negli Stati Uniti. Da questo punto di vista, Hard Target ha quantomeno un valore storico inestimabile.

La prima cosa che salta all’occhio sono i titoli di testa. Azzurri e arroganti come uno straight to video dei tempi belli, in barba al miglior film d’azione di ogni tempo. La scena della caccia iniziale è tutta girata con i titoli in sovraimpressione ed oggi che ci siamo disabituati a vederli è una cosa che fa specie. La seconda cosa è Arnold Vosloo. Arriva a Hollywood l’anno precedente per girare 1492, si trova infilato nel progetto Hard Target nei panni dello scagnozzo sanguinario e vagamente perverso; nonostante sia (ancora) pressoché sconosciuto, John Woo indulge tantissimo nei suoi primi piani e gli regala una ribalta piuttosto atipica (Vosloo ringrazia buttandola sull’epico: alla fine è la cosa migliore del film). Lance Henriksen sembra poter svettare in quanto unico attore quotato nel cast del film, ma in realtà la prende molto sotto gamba e ci fa la figura del Dennis Hopper della situazione.
Le cose più ironiche in Senza tregua sono difficili da notare a sedici anni, ma sono parecchie e tendono a segnare il film, a dargli quell’aria da serie B che in realtà non gli si addice. Ad esempio il continuo uso di ciccioni ridanciani, tanto il distributore di volantini porno quanto soprattutto Wilford Brimley che entra in scena sul finale; e subito una vagonata di altre cose, tra cui una colonna sonora ultra-blues (ma nei titoli di testa sono accreditati i Kodo, che conoscerò a fine degli anni novanta per una bruttissima collaborazione con i Sepultura nel primo disco senza Max Cavalera); e ovviamente la chiusura del film in modalità ultra-regaz con Born On The Bayou. Ma soprattutto il primo combattimento di Van Damme sembra piazzato a bella posta per arrivare al numero di calci rovesciati previsto dal contratto; una volta liberatisi dell’incombenza, il film può iniziare senza tergiversare oltre. Volendo si può vedere la cosa come una metafora della carriera di JCVD: fin qui hai fatto il karate, ora forse è il caso di pensare a qualcos’altro. Sta di fatto che Van Damme non scherza manco un secondo: al di là della zazzera improbabile e di un personaggio con motivazioni fin troppo legate al maccosa, siamo già di fronte ad un attore con pochissimi rivali, specie nel suo genere di riferimento. Ed è -in effetti- possibilissimo che al di là delle dietrologie negazioniste in merito alla sbornia hollywoodiana per Hong Kong, e di tutto quel che c’è piovuto sopra, Senza tregua sia ancora oggi il suo film più bello e roccioso.

Poi ovviamente ci sono anche le colombe

Poi ovviamente ci sono anche le colombe

2015 (Nanni e il film)
Che aggiungere?
So che John Woo ebbe problemi con la produzione, e che nel frattempo Van Damme aveva problemi con la bamba. Non me ne frega un cazzo, non è un buon motivo perché questi due non siano diventati gli Scorsese e De Niro del cinema da combattimento.
Rivisto per la 4879esima volta l’altra sera ho notato per la 4879esima volta di come sia una lezione di cinema action che gli americani si sono ostinati a non capire (Matrix aveva intuicchiato qualche cosetta, ma né lui né quelli dopo di lui si sono mai azzardati a provarci senza pesanti correzioni in CGI). Se The Killer è un’opera, Senza tregua è il perfetto singolo radiofonico: la dimostrazione di come John Woo sia un fuoriclasse sta nell’idea cristallina che ha di ogni singola cosa che deve succedere sullo schermo, dall’inquadratura al movimento di macchina ai colori alla velocità, al montaggio, ai gesti, ai movimenti, le espressioni e ogni fottuto dettaglio che si muove all’unisono come in una partitura, e di come nonostante tutto sembri solo un esercizietto qualsiasi eseguito in relax.
Su un’unica cosa non sono all’unisono con Wim: alla 4879esima visione Van Damme mi pare un po’ troppo concentrato ad essere l’espressione fisica della visione di John Woo, uno che per essere sicuro di ottenere il risultato desiderato gli avrà dettato il movimento di ogni singolo muscolo come a un burattino. Finché si tratta di fare lo sguardo eroico e divertirsi con nuove possibilità atletico-coreografiche che Chow Yun-Fat non sapeva soddisfare è la morte sua, JCVD contro i motociclisti è un breve upgrade acrobatico e in campo aperto dell’analoga scena in Hard Boiled (e il mullet è parte integrante delle coreografie), ma l’equilibrio fra tamarraggine e carisma è lievemente a sfavore di quest’ultimo, e abbiamo in seguito imparato a vedere un Jean-Claude più spontaneo in altri tipi di ruolo. È comunque da stronzi lamentarsi in un film in cui svuota un caricatore su di uno e POI lo prende a calci in fazza: Mabrouk El-Mechri e John Hyams hanno saputo trovare l’attore dietro i muscoli, ma nessuno ha saputo usarlo fisicamente quanto John Woo. Non c’è una sola microsequenza che in un qualsiasi altro film non sarebbe la classica scena che tutti ricordano.
A questo turno a Woo non interessa valorizzare una storia che sa essere grezza e prettamente funzionale, e bisognerà aspettare Face/Off per avere una completa traduzione hollywoodiana del suo stile, ma Senza tregua rimane una dimostrazione di forza abbagliante, nonché l’antipasto di un capolavoro action-marziale definitivo che purtroppo nessuno ha più girato.

"Perché gli americani non capiscono, John? Eh? Perché?"

“Perché gli americani non capiscono, John? Eh? Perché?”

DVD-quote:

“Una lezione di action che l’Occidente non ha mai imparato”
Nanni Cobretti, i400Calci.com

>> IMDb | Trailer


Viewing all articles
Browse latest Browse all 6

Latest Images

Trending Articles